Infortuni sul lavoro: i dati dell’Inail sono allarmanti

Sono stati pubblicati dall’Inail (istituto nazionale assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) i dati in merito agli infortuni e alle malattie professionali. Il periodo analizzato va da gennaio a maggio del corrente anno (2022). Al di là della pandemia dovuta al Covid e dei contagi registrati in questi ultimi due anni, purtroppo, gli infortuni tradizionali che sono stati denunciati, sono aumentati del 20%, mentre i casi di mortalità del 10% circa.

La ripresa economica deve parallelamente seguire e garantire la salute e la sicurezza sul lavoro, lo ha affermato il presidente Inail Franco Bettoni, tirando in causa anche il capo dello Stato Sergio Mattarella, quest’ultimo, sempre attento e sensibile alla problematica. Gli infortuni registrati a maggio del 2022, sono 323.806, rispetto ai 219.262 dello scorso anno.

Nel coordinamento tra la segreteria regionale Ugl Lazio e l’associazione Alis, sono stati presi in considerazione ed ovviamente analizzati i dati che riguardano la regione della Capitale, le tabelle open data hanno registrato 25.266 infortuni, dati allarmanti rispetto ai 15.180 infortuni del maggio 2021.

Nello specifico, sono state analizzate le province, di seguito: Frosinone 1.363 (8 con esito mortale), Latina 2.420 (8 con esito mortale), Rieti 665 (0 con esito mortale), Viterbo 1.297 ( 0 con esito mortale) e Roma con 19.521 (21 con esito mortale).

Gli infortuni registrati su mezzi di trasporto sono 1.611, senza invece, 2.046 per un totale di 3.657.

Sempre nella regione Lazio, le malattie professionali, stando ai dati di maggio 2022 sono 1.814, spalmate per singole province, abbiamo: Frosinone 532Latina 317Rieti 193Viterbo 142 e Roma 630.

Armando Valiani e Wladymiro Wysocki, ripsettivamente segretario regionale Ugl e presidente Alis (associazione lavoratori italiani per la sicurezza), hanno evidenziato, dopo aver osservato attentamente i dati, “un elemento importante in merito alla crescita delle malattie professionali dovute anche al numero di denunce di infortuni da Covid e in parte anche agli infortuni tradizionali, le morti sul lavoro si sono ridotte, il dato è però causato dall’effetto dei contagi e dalle restrizioni dovute alla pandemia, il dato è quindi scoraggiante – spiegano – , analizzando il contesto sociale le morti sono aumentate del 10%”.

Bisogna lavorare ancora di più, affinché la sicurezza sul lavoro diventi priorità prima del lavoro stesso, servono azioni correttive per i lavoratori e per le stesse aziende, fondamentale la politica della sicurezza, con formazione e addestramento specifico partendo già dal mondo della scuola, per formare futuri imprenditori, lavoratori e datori.

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